L'interno del bar dell'IceForum di Laces (foto Bordignon) |
Posto poco dopo l'abitato di Laces, salendo lungo la collinetta e prendendo la stradina sulla destra, il palazzetto spunta fra gli alberi a ridosso di un grazioso hotel.
Il primo impatto non è dei migliori: ci si rende subito conto di trovarsi di fronte a un impianto 'datato', mantenuto solo grazie alla passione degli abitanti e degli appassionati del luogo.
La visione di spalle, salendo sulla collina, è addirittura inquietante, con lo stadio ricoperto da grovigli di rovi, quasi un bunker come tanti che si ritrovano in Tirolo risalenti alla Prima Guerra Mondiale.
Splendido invece il bar interno, immancabile e fondamentale in ogni impianto che si rispetti. Rimane famosa la frase che il protagonista di "Febbre a 90'", il noto libro di Nick Hornby dedicato all'Arsenal, pronuncia all'amico: "Io vorrei giocare in una squadra che ha lo stadio con le luci e con il bar" (o qualcosa di molto simile...).
L'ambiente si riscalda a ogni fine di periodo, le due ragazze dietro al bancone spillano birra a velocità supersonica, mentre dalla cucina escono con due sole opzioni: toast con speck, formaggio e maionese a richiesta, oppure un panino con wurstel (che qui chiamano 'salame' o 'salami'), pure con salsa a lato, il tutto posto su piccoli vassoi di cartone.
Presenti, attaccate al muro del locale, le sciarpe delle più diverse squadre di hockey di ogni parte d'Europa, fra cui l'immancabile Ambri Piotta.
E, per chi non voglia sobbarcarsi un ritorno a casa immediato a fine partita, ecco a pochi metri di distanza, di fronte a uno sterminato mare di alberi di mele, l'albergo "Landhotel Latscherhof", con televisione in camera già settata sui vari canali in lingua tedesca (fra cui, sabato scorso, un imperdibile Grasshopper-San Gallo sulla 'tivù' svizzera) e un preciso avvertimento: dopo le ore 20 solo piatti freddi, per quanto arricchiti dal buonissimo speck e dagli ottimi formaggi locali.
Qui sotto, un'immagine dell'IceForum dalla collinetta e l'hotel Latscherhof, posto a pochi metri dal palazzetto (foto Bordignon)
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